Una bellissima iniziativa, quella messa in piedi da ragazze e ragazzi della classe 5^ Agraria e dai loro insegnanti dell'Istituto Cerboni di Portoferraio. Al di là dei doverosi saluti istituzionali (Regione, Parco, Comune, Carabinieri Forestali) tra i quali preme sottolineare la dichiarazione del Sindaco Zini favorevole alla eradicazione della vandalica specie aliena degli ungulati, il quadro offerto dalle relazioni dei vari specialisti ha costituito un prezioso bagaglio di informazioni e suggestioni per una corretta gestione del territorio a partire dall'agricoltura e da un'agricoltura sempre più rispettosa dell'ambiente e quindi ecologica. Un rispetto che deve partire - questo il leit motive del convegno- dall'attenzione, cura e salvaguardia degli insetti impollinatori, senza i quali sarebbe a rischio la base stessa della produzione alimentare. Grazie quindi alla 5A TEC dell'ITGC "Cerboni" (e al suo motore immaginifico, il Prof. Petri) e alla World Biodiversità Association Onlus per aver organizzato questa possibilità di consapevolezza. A testimoniare il 'volare alto' di questi studenti (e dell'importanza, non sufficientemente compresa, di questo indirizzo scolastico, riportiamo di seguito l'intervento di Caterina Castelli a nome della propria classe, nel quale si ricorda la recente presentazione al Senato della Repubblica di una proposta di legge che riconosca la figura dell'Agricultore', custode della scienza contadina e dei territori, anche e soprattutto ritenuti 'marginali' (in una logica di sfruttamento intensivo e depauperante).
INTERVENTO DI CATERINA CASTELLI 5A TEC AGRARIA
Buongiorno a tutti, sono Caterina Castelli ed intervengo a nome della mia classe: la 5 Agrario dell’istituto Cerboni di Portoferraio.
Quando abbiamo iniziato questo corso di studi avevamo un’idea alquanto generica del suo andamento: sapevamo che avremmo dovuto occuparci di coltivazione dei campi, di allevamenti di animali, di trasformazione dei prodotti e di tante altre materie che hanno a che fare con i sistemi e le produzioni agricole.
Non sapevamo che queste materie avrebbero potuto avere anche un valore civico, una valenza ambientale e un risvolto politico/sociale.
Crediamo che l’esperienza diretta, il “fare per capire”, sia la caratteristica del nostro corso di studi in scienze agrarie e che l’osservazione, soprattutto quella fatta sul campo, può far nascere l’esperienza del vedere: guardare si può fare per tutta la vita ma, vedere, è un attimo di intuizione profonda.
Con l’aiuto dei nostri insegnanti abbiamo esplorato il territorio elbano ed abbiamo capito che l’attuale assetto territoriale è il risultato di un impegno paziente, durato millenni, di popoli, culture e generazioni che si sono susseguite, modellando i fianchi scoscesi dell’isola con sistemazioni idraulico-agrarie, che sono costate ingenti sacrifici. Abbiamo ascoltato storie di anziani che portavano nei terrazzi terra fertile con ceste e panieri sulle spalle o a dorso d’asino.
L’Elba è l’isola che per eccellenza esprime la biodiversità ma questa biodiversità è minacciata da più fronti: abbandono delle campagne e delle aree marginali o poco produttive, over grazing (è il pascolamento eccessivo e non controllato!) di ungulati con danneggiamento degli antichi muretti a secco e con un conseguente dissesto idrogeologico, la fruizione sbagliata di aree boschive e l’annoso problema degli incendi che in questi luoghi assume particolare rilievo specialmente nel periodo estivo.
Abbiamo capito, pertanto, che la biodiversità non può essere preservata se non ci sono persone che curano il paesaggio e lo preservano da frane e smottamenti. Per questo abbiamo preso in esame il Decreto legislativo numero 194 del 1 dicembre del 2015 che tutela l’Agro biodiversità, evidenziando che questa legge è di difficile attuazione se non si crea una figura professionale, riconosciuta, che si occupi di mantenere quegli ambienti dove la biodiversità e l’agro biodiversità si esprime, e notoriamente, questo avviene in aree che, attualmente, sono soggette ad abbandono. Questa persona l’abbiamo chiamata “Agricultore” perché, la figura che la incarna, non è soltanto una persona che si occupa di materie agrarie ma conosce la Scienza contadina: quella cultura legata alla terra che affonda le radici nella storia del Mediterraneo e che noi abbiamo perduto con l’industrializzazione e, successivamente, optando per la scelta imprenditoriale turistica.
Abbiamo portato questa legge in Senato che ne ha riconosciuto la validità, anche se noi vorremmo, per il bene della nostra isola, e per quello di tutto il territorio nazionale, che è per il 70% declive, che questa legge vedesse l’attuazione e questo sarà possibile sollecitando tutti gli enti, le associazioni, le forze dell’ordine e gli organismi regionali e nazionali che operano per il bene dell’ambiente. Ci auguriamo che questo convegno da noi organizzato possa gettare le basi di un dialogo e di un’intesa comune e, come avviene in agricoltura sinergica, l’insieme delle energie riunite sia maggiore della somma delle singole forze.